Quest’anno ricorre la commemorazione della prima raffigurazione della Natività realizzata da San Francesco nel Natale del 1223 a Greccio (RI).

 

In quell’ anno il Santo patrono d’Italia si fermò nella valle del Reatino, probabilmente di ritorno da Roma dove il 29 novembre ricevette da Papa Onorio III la conferma della sua Regola.

 

Le grotte esistenti nei pressi di Greccio gli ricordavano tanto quelle che aveva visto in Terra Santa e, in particolar modo, il panorama di Betlemme.

 

Le Fonti Francescane illustrano in maniera dettagliata come nacque l’idea del primo Presepe. Due settimane prima di Natale Francesco chiamò un uomo di nome Giovanni e gli chiese di aiutarlo a realizzare un suo desiderio: «vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo (...) come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello» (FF, 468).

 

Così avvenne il 25 dicembre di quell’anno, alla presenza di tanti uomini e donne del luogo e di molti frati giunti per l’occasione. San Francesco vide la greppia con il fieno, il bue, l’asinello e divenne raggiante di letizia. « In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme» (FF, 469).

 

Così iniziò la tradizione del Presepio, che perdura ai nostri giorni, nelle nostre case e nelle nostre comunità, come simbolo di pace, umiltà, semplicità, comunione.


«San Francesco, con la semplicità di quel segno, realizzò una grande opera di evangelizzazione. Il suo insegnamento è penetrato nel cuore dei cristiani e permane fino ai nostri giorni come una genuina forma per riproporre la bellezza della nostra fede con semplicità. D’altronde, il luogo stesso dove si realizzò il primo presepe esprime e suscita questi sentimenti. Greccio diventa un rifugio per l’anima che si nasconde sulla roccia per lasciarsi avvolgere nel silenzio.» (Papa Francesco, Lettera Apostolica Admirabile signum, 2019).

11 dicembre 2023